La chiave by Tanizaki Junichiro

La chiave by Tanizaki Junichiro

autore:Tanizaki Junichiro [Junichiro, Tanizaki]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788845243745
editore: Bompiani
pubblicato: 2009-01-01T23:00:00+00:00


1.

Equivaletlte a diciotto metri quadrati [N.d.T.~.

d’accordo nel compatirla.

Per O-Rin, tuttavia, la situazione era diventata troppo critica, per avere molta scelta; e il fatto che Shinako non aveva dato l’erede alla famiglia servì come ottima scusa.

D’altra parte, c’era il padre di Fukuko che non vedeva l’ora di sistemare la figlia, e non gli dispiaceva l’idea di andare incontro alla diIlicile situazione del nipote.

Il desiderio del fratello portò def~nitivamente in porto il piano di O-Rin.

Perché Fukuko e Shozo arrivassero a legarsi intimamente fu necessario senza dubbio l’incoraggiamento del padre della ragazza e di O-Rin.

Per di più Shozo era un ragazzo simpatico di natura; non era bello, ma aveva un tratto alquanto infantile e sembrava non crescere mai.

La sua era una gentilezza innata; quando lavorava come caddie al campo di golf, era diventato il beniamino dei signori e delle signore che lo frequentavano e durante le due stagioni dei regali, cioè in agosto e in dicembre, riceveva più mance di tutti i suoi colleghi.

Anche nei bar le ragazze gli volevano bene e sapeva divertirsi per ore con pochissimi soldi.

Questi tratti gli dettero tuttavia l’abitudine di non prendere sul serio la vita e di spassarsela senza mai impegnarsi sul serio.

Per O-Rin, Fukuko significava una nuora preziosa, portatrice di una dote che fìnalmente, dopo tante manovre, arrivava in casa sua.

Quindi l’obiettivo principale della vecchia era di non lasciar scappare la nuora, una farfallona nata.

Per quasto faceva di tutto insieme col figlio per tenerla di buon umore; la gatta non costituiva certo un grosso problema.

Lily era stata portata in casa quando Shozo era venuto via da un ristorante di tipo occidentale di Kobe, nel quale aveva ]avorato come apprendista cuoco.

Il difetto principale della bestia era quello di sporcare continuamente in casa; ma Shozo diceva che la gatta non sporcava mai e che per fare i suoi bisogni si serviva senza fallo dell’apposita scatola di sabbia.

Era vero, e si poteva dire che era brava; ma anche quando era fuori di casa, quando sentiva il bisogno di liberarsi, tornava immancabilmente alia sua scatola.

Di conseguenza la scatola diventava subito puzzolente e il brutto odore si spandeva in tutta la casa; per di più, andava in giro con la sabbia ancora attaccata al sedere, e così, quando si camminava scalzi in casa, si sentiva la sabbia sotto i piedi.

Nei giorni di pioggia, per esempio, l’odore sgradevo~e si mescolava all’umidità e diventava davvero insopportabile; poi la gatta andava in giro nelle pozzanghere e tornava a casa con le zampe infangate lasciando le orme qui e là sul pavimento.

Shozo sosteneva che la gatta era dotata di una rara intelligenza perché riusciva ad aprire tutte le porte scorrevoli con abilità da uomo.

Sì, sapeva aprirle, ma avendo intelligenza da bestia non sapeva chiuderle, e nelle stagioni fredde si do veva chiudere le porte ogni volta e dovunque fosse passata la gatta.

Questo sarebbe stato ancora sopportabile, se non avesse rovinato le porte con le unghie, con cui bucava per~no la carta degli shoij.

Un altro inconveniente: non era possibile lasciare in giro dei pesci, crudi o cotti, in umido o alla griglia.



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